Page 24 - Venerabile
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contro nel 1855 con alcuni religiosi redentoristi lo convinse a scegliere que-
          sta famiglia religiosa. Entrò quindi nel noviziato di Ciorani, dove il 24 ot-
          tobre dell’anno seguente emise la professione religiosa. Compì il corso
          della formazione successiva a Materdomini dove fu ammesso al sacerdozio
          il 5 aprile 1862. Dopo i periodi ricordati trascorsi a Canosa e il ritorno a
          Pagani nel 1887, il nostro Venerabile dimorò in varie case della Congrega-
          zione; ma soprattutto a Pagani sviluppò una doviziosa opera apostolica e
          di carità, molto ricercato dai fedeli anche per il ministero della confessione.
               Non mancò di avere compiti di responsabilità nella Congregazione
          fondata da sant’Alfonso e dal 1909 al 1912 esercitò anche l’ufficio di pro-
          vinciale con grande carità e prudenza. Non c’è dubbio alcuno che il nostro
          Servo di Dio visse sempre la vita religiosa in una forma esemplare in tutto
          e per tutto: in piena ubbidienza ai superiori; in povertà tale da fare interve-
          nire in alcune circostanze i Superiori perché ne moderasse il rigore; in ca-
          stità sempre esemplare. Fra le sue virtù particolarmente riconosciute erano
          la sua umiltà e la sua pazienza.
               Io amo ripetere spesso - e ne sono ancora più convinto da quando sono
          membro della Congregazione per le Cause dei Santi - che i santi prima o
          poi si incontrano anche su questa terra, prima di stare insieme nel Paradiso,
          come abbiamo ascoltato dalla II Lettura di questa Domenica di Pasqua,
          ossia dal libro dell’Apocalisse: «il loro numero era di miriadi di miriadi...».
               E ora voglio pensare alle relazioni personali ed epistolari del nostro
          Venerabile con il Papa San Pio X, che lo ricevette per ben nove volte,
          avendo per lui una speciale benevolenza. Rapporti di particolare e reciproca
          stima ebbe pure con il beato Bartolo Longo, che lo scelse quale suo con-
          fessore sicché il P. Antonio Losito potè essergli vicino e confortarlo anche
          negli anni in cui i rapporti di Bartolo Longo con la Santa Sede divennero
          difficili. Fu appunto il p. Losito a rassicurare il Papa sulla rettitudine del
          fondatore della “Nuova Pompei” e lo stesso Bartolo Longo ricordando
          l’udienza concessagli da Pio X il 22 ottobre 1908 attestò la raccomanda-
          zione del Papa di andare dal P. Antonio Losito «per qualunque difficoltà...
          e tutto ciò che lui vi dirà è la stessa bocca del Santo Padre».
               Questo legame del Padre Antonio Losito con Bartolo Longo mi è caro,
          essendo io stato dall’ottobre 1998 al novembre 2004 vescovo della Chiesa
          di Oria, dove c’è la cittadina di Latiano, dove nacque il beato Bartolo
          Longo. Anche questo legame mi commosse quando il Prefetto della Con-
          gregazione, il Card. Angelo Amato - nostro conterraneo, nativo di Molfetta


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