Decreto

Mercoledì 30 settembre 2015 Sua Santità Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio, Antonio Losito, religioso missionario della Congregazione del SS. Redentore. Un passo ufficiale che assegna al religioso redentorista lo status canonico di “venerabile”, prima condizione formale sul cammino della beatitudine. Ora quindi Padre Antonio è un testimone del Vangelo di Gesù, che si può imitare. Ringraziamo il Signore per questo dono, e preghiamo chiedendo la sua intercessione. Concetto di Venerabilità La Chiesa cattolica conferisce, post mortem, a persone che ritiene si siano distinte per "la santità di vita" o "l'eroicità delle virtù", e per le quali ha avviato il processo di beatificazione. Conferimento Dopo una prima fase, in cui si riconosce il titolo di servo di Dio alla persona in esame, da parte del vescovo della diocesi a cui apparteneva l'esaminato, in una fase successiva del processo il titolo di "venerabile" è attribuito dal Papa. Il "venerabile", una volta tale, potrà procedere verso la beatificazione e la successiva santificazione dopo il riconoscimento e l'ufficializzazione da parte della Congregazione delle Cause dei Santi di almeno un miracolo, di qualsiasi genere, realizzato grazie alle azioni del candidato in questione.

Decreto

NUCERINA PAGANORUM

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei ANTONII MARIAE LOSITO

Sacerdotis Professi Congregationis SS. Redemptoris

(1838-1917)

Decretum super virtutibus

«La sapienza esalta i suoi figli e si prende cura di quanti la cercano» (Sap 4,11).

Nella vita e nella spiritualità del Servo di Dio Antonio Maria Losito risalta la ricerca della perfezione evangelica. Egli testimoniò con profondità e mitezza una totale adesione alla sua vocazione sacerdotale e religiosa, che visse con straordinaria generosità e coerenza. Il Servo di Dio nacque a Canosa (BA), il 16 dicembre 1838 e fu battezzato lo stesso giorno. Orfano già alla nascita, essendo il padre deceduto pochi giorni prima a causa di un incidente, perse anche la madre quattro anni dopo. Fu educato dalla nonna materna e, alla morte di questa, da altri parenti. Fin da piccolo evidenziò una sincera pietà e in età giovanile entrò nel noviziato dei Redentoristi a Ciorani (SA), dove, il 24 ottobre 1856, professò i voti religiosi. Compì gli studi teologici nella casa redentorista di Materdomini (AV), adiacente al santuario di s. Gerardo Maiella, al termine dei quali, il 5 aprile 1862, fu ordinato sacerdote. Nel 1867, a seguito dell’applicazione delle leggi eversive del 7 luglio 1866, con cui erano soppressi gli Istituti religiosi nell’Italia Meridionale, come tutti i Redentoristi della Provincia napoletana, fu costretto a lasciare la comunità religiosa e ritornare a Canosa. Per vent’anni padre Antonio svolse il ministero nell’ambito della sua Diocesi di origine, profondendo le forze e la disponibilità nel testimoniare il Vangelo della misericordia con la predicazione, la formazione delle coscienze, la direzione spirituale, la riconciliazione dei conflitti, il conforto della preghiera nelle difficoltà e una fattiva sollecitudine verso i poveri e gli ammalati. Il 3 gennaio 1887, in un clima politico maggiormente rasserenato, poté finalmente ritornare nella comunità redentorista di Pagani (SA) per contribuire attivamente alla ripresa della provincia religiosa. Dopo cinque anni trascorsi nella comunità di Angri (SA), insieme al servo di Dio p. Giuseppe Leone, fu trasferito a Pagani, dove, per i successivi 20 anni, si occupò della formazione degli studenti teologi. Nel 1907, nonostante soffrisse di paralisi progressiva già da 17 anni, fu nominato rettore della casa di Pagani e dal 1909 al 1912 ricoprì il ruolo di superiore provinciale. Profondamente animato dal carisma redentorista, nell’annunciare il Vangelo ai più abbandonati, con sacrificio e grande senso di responsabilità, non risparmiò le forze e i talenti ricevuti nel ministero della predicazione, nella saggezza del governo, nel testimoniare la carità ai confratelli, nella tenacia durante le avversità e nella totale fiducia dell’aiuto di Dio. Considerato guida spirituale esperta e misericordiosa, usufruirono dei suoi consigli persone di tutti i ceti sociali: sacerdoti, vescovi, cardinali e i pontefici s. Pio X e Benedetto XV. Il beato Bartolo Longo e la sua consorte, la contessa De Fusco, lo ebbero come confessore e direttore spirituale. L’aiuto del p. Losito a Bartolo Longo fu determinante nei momenti difficili durante l’edificazione delle opere sociali annesse al Santuario di Pompei (NA), soprattutto per la fondazione dell’Istituto per l’educazione e la salvezza delle figlie dei carcerati. Nel suo percorso sacerdotale lesse tutto con sapienza cristiana e seppe infondere in molte anime l’abbandono fiducioso alla provvidenziale volontà di Dio. Il suo motto “Amare e patire” divenne un vero programma di vita e lo ispirò in tutte le scelte. La sua spiritualità si manifestò soprattutto in un ardente amore per Gesù Eucarestia e in una profonda e filiale devozione alla Madonna. Alla scuola del mistero eucaristico, egli si pose con umiltà accanto ad ogni persona e per tutti fu un servo, un fratello, un padre. Riscuotendo la fiducia generale, riceveva molte offerte in denaro, ma non ne approfittò mai per scopi personali, anzi era sempre pronto a donare anche quel poco che aveva. Fu disponibile a vivere il tempo della sofferenza e della prova in una profonda comunione con Gesù Crocifisso e la Vergine Addolorata. Morì nella Casa redentorista di Pagani il 18 luglio 1917. I suoi resti mortali nel 1983 furono traslati nella cattedrale di Canosa. In virtù della fama di santità, dal 1937 al 1943 presso la Curia ecclesiastica di Nocera Inferiore fu celebrato il Processo Ordinario, mentre dal 1938 al 1939 si è svolta un’Inchiesta Rogatoriale a Canosa di Puglia: la loro validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 20 dicembre 1991. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 15 maggio 2014 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 22 settembre 2015, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali e annesse. Presentata quindi un'accurata relazione su tutti questi aspetti al Sommo Pontefice Francesco da parte del Cardinale Prefetto, Sua Santità, accogliendo e i voti della Congregazione per la Causa dei Santi e ratificandoli, in data odierna ha dichiarato: C’è fondamento circa le virtù teologali della Fede, Speranza e Carità sia verso Dio sia verso il prossimo nonché circa le virtù cardinali di Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza e di quelle annesse, in grado eroico, del Servo di Dio Antonio Maria Losito, Sacerdote Professo della Congregazione del SS. Redentore, nel caso e per il fine di cui si tratta. Il Sommo Pontefice ha dato mandato di rendere pubblico questo Decreto e di trascriverlo negli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi. Dato a Roma, 30 Settembre anno del Signore 2015.