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P. VII - Cap. XXI: GIi scritti dei P. Losito e il giudizio della Censura Teologica 479
Partecipa alle sofferenze dei contadini e dei proprietari terrieri che
piangono gli ingenti danni subiti dalle lare terre a causa del forte gelo e
reputa causa di tutto questo e di ogni rovina l'aver abbandonato e profa-
nato il giorno del Signore, dal trasgredire i comandamenti Divini e dal-
l'uso della bestemmia. Sollecita a cambiare atteggiamento, poiché l'unica
salvezza è nel Signore.
3. Pagani, 17 maggio 1905. Amatissirni concittadini di Canosa.
Annuncia l'imminente sua venuta a Canosa per completare i restauri
della chiesa di San Sabino e ridestare 10 spirito di fede e di pietà proprio
dei canosini.
4. Canosa, 9 giugno 1905. Amati concittadini di Canosa.
E' un breve avviso pubblico con cui Padre Losito, in missione a Ca-
nosa, comunica che per ringraziare il popolo canosino per il tanto impe-
gno dimostrato a favore dei restauri della chiesa di San Sabino celebrerà
in Pizza Colonna una Santa Messa per tutte le farniglie della città.
5. Pagani, 5 luglio 1905. Amati concittadini di Canosa.
Resoconto della sua permanenza a Canosa nel mese di maggio. In-
vita a mantenersi sempre fedeli a Dio, lontani dal peccato ed impegnati
per la chiesa.
6. Pagani, 13 marzo 1907. Amatissimi concittadini di Canosa.
Fa sapere di essere sempre presente tra i suoi concittadini, se non col
corpo, con 10 spirito. Li ringrazia e si congratula per il tante impegno dimo-
strate in occasione dei restauri della chiesa di San Sabino li invita alla pre-
ghiera continua, da recitarsi anche in processione per le strade della città.
7. Pagani, 1 dicembre 1098. Amati concittadini di Canosa.
Comunica che per la Cattedrale San Sabino è necessario subito un
conveniente organo per animare le sacre funzioni. Disposizioni per la rac-
colta dell' obolo necessario per l' acquisto dell' organo.
8. Pagani, 24 agosto 1910. Amati concittadini di Canosa.
Forte richiamo al popolo di Canosa che si è allontanato dai valori
della religione cattolica. Dio ha finora risparrniato la città dal flagello del
colera, ma per salvarsi dal pericolo, continua, è necessario abbandonare su-